Secco rifiuto del Regno Unito all’ennesima richiesta da parte della Grecia di riportare in patria i marmi del Partenone, a niente è servita la trattativa dell’Unesco che, favorevole al “rimpatrio” delle opere, ha fatto da intermediario. Il bottino è ghiotto, 5 metope, 56 bassorilievi in marmo, 12 statue e una delle sei cariatidi appartenenti al tempietto dell’Eretteo, tutto al momento di proprietà del British Museum. La Grecia non solo rivendica la paternità e proprietà dei marmi, ma sostiene anche che siano stati trasportati illegalmente in Inghilterra ad opera di Lord Thomas Bruce Elginn che, nel 1802, trafugò i reperti e li vendette al museo inglese.
Il primo tentativo di far tornare i marmi a casa è avvenuto nel 1833, poco dopo che le statue erano state portate via dal tempio di Atene, poi ancora nel 1983, ma il risultato fu ancora negativo. Il Regno Unito continua a negare categoricamente la restituzione dei marmi sostenendo che non c’è stata alcuna appropriazione indebita e che un viaggio così lungo sarebbe nocivo per le opere, in più queste sarebbero conservate meglio in Inghilterra di quanto lo sarebbero in Grecia.